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CONFINI

I confini, icasticamente rappresentanti dai muri, si traducono nell'armatura che l'uomo erige attorno a sé per proteggersi dall'ignoto, per distanziarsi dall'altro, per non lasciarsi sorprendere dall'estraneità.

Ma nonostante questa corazza, oltre il muro si intravede uno spiraglio d'apertura: è il cielo azzurro all'orizzonte, è lo sfondo dai toni rassicuranti e vitali, è il nitore dello spazio aperto al di là di ogni barriera. Lo sguardo, precursore dell'intelletto, si volge all'osservazione dell'oltre, libera l'anima, spezza le catene della paura e del pregiudizi. Riprendendo Kafka: "Nessuna opera di ingegneria può escludere l'esistenza dell'Altro e il suo carattere straniero".

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