Comunità Provvisoria
Sul palco la band è pronta ad iniziare, le luci ravvivano la piazza. Poco distante, al banchetto di chi, per qualche euro, prepara panini e carne alla brace, si allineano gli avventori.
Artisti di strada animano la via principale, gli amanti delle feste popolari inondano il paese normalmente disabitato e fin troppo silenzioso, rendendolo vivo e accogliente per quella settimana d'agosto in cui si svolge il festival.
Aliano: meno di 1000 abitanti, immerso tra le suggestive formazioni rocciose dei calanchi.
Aliano: più noto per i suoi morti (nel suo cimitero riposa Carlo Levi), che per i suoi vivi.
Aliano: scenografia della festa della Paesologia "LaLunaeiCalanchi", ideata da Franco Arminio, una manifestazione indetta al fine di riportare alla luce il valore del vivere lento, collettivo e associativo tipico dei piccoli centri di cui l' Italia è ricca ma di cui, purtroppo, si sta smarrendo l'eredità.
Dall' edizione 2023, fotografando i volti di chi vi ha aderito in qualità di abitante, di artista, di collaboratore o di semplice partecipante, ho collazionato questa serie di ritratti, accomunandoli sotto il titolo di "Comunità provvisoria".
Per un tempo breve, l'interazione tra sconosciuti ha riportato in vita lo spirito del paese, ne ha riempito le strade di rumori, parole, sguardi.
Lo spopolamento, per alcuni giorni, è un cancro sopito; i giovani sono tornati, sono la maggioranza, e condividono con gli anziani gli spazi dell'aggregazione: i tavolini davanti al bar, la piazza a gradoni, la bottega che vende di tutto un po', il panificio e il fruttivendolo.
Le facce si mescolano, l'attore, il contadino, il pittore, lo scrittore, il pensionato, il giocoliere, il musicista, la casalinga…
I gesti, in un paese come Aliano, così come in un qualsiasi altro paese di poche anime, che si snoda lungo una sola e tortuosa strada, tra la chiesa principale e il camposanto, sono essenziali, netti, sinceri.
E sono sempre quelli, per tutti.
Da questa considerazione, l'idea di proporre i visi di chi era presente spogliati da classificazioni sociali, donne e uomini, semplicemente "politikoi", partecipanti e partecipi, attivi in un luogo che è una estesa agorà.
La vita di ciascuno, il ritmo, i modi e il sembiante sono i medesimi, che si appartenga o no ad Aliano.
Quindi perché distinguerli? Tutti si attivano in egual maniera a difendere e diffondere il messaggio paesologico: la qualità della vita in un piccolo abitato, il valore del silenzio e della pacatezza, l'impagabile soddisfazione del lavorare la terra, la ricchezza che proviene dalla socializzazione nel borgo, contrapposti alla gentrificazione, alla dissoluzione del senso comunitario, alla dispersione tipica delle grandi città e alla massificazione che ne consegue.
Quando si giunge alla conclusione, le luci si spengono, il palco viene smontato, le strade tornano deserte, la luna resta spettacolo per pochissimi, tra i calanchi non più la musica, ma il suono del vento.
La Comunità provvisoria si disperde lungo le vie d' Italia, i volti di chi è stato cittadino momentaneo di Aliano si fanno testimoni in questo portfolio fotografico. Ma l'idea persiste cocciuta, che il festival non resti lettera morta, che questa comunità possa essere simbolo della ricerca di un nuovo tipo di crescita insieme.