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ALTARI

L'universo simbolico rappresentato dai miei "letti/altari" affonda le sue radici nella percezione dell'abbandono di un territorio, il Sannio, e della sua cultura contadina, nella comprensione dolorosa dell'oblio a cui sono destinate le consuetudini ancestrali e primigenie dei luoghi da cui provengo, a cui si sostituiscono non forze di innovazione né speranze rivitalizzanti, bensì scoraggiate tendenze di rifiuto e abbandono.

Da questa emorragia sociale, culturale e storica, si sviluppa la ripresa fotografica delle camere da letto, intese come luoghi di culto di un passato in disfacimento.

La custodia del sacro canone della famiglia, della sua prosecuzione, la certezza fideistica in un futuro tanto di procreazione quanto di morte, si rende tangibile, nel mio immaginario, in questa stanza intima e riservata, che diviene altare. Essa è alcova e sudario, culla di chi è generato e terreno di chi è giunto alla fine, in un rito circolare che ripropone il ciclo dell'esistenza.

Dismesso il valore ponderale che le generazioni precedenti assegnavano alla camera da letto, il ciclo si spezza, la storia si perde, la memoria si volatilizza.

Ritrovare santuari così vetusti e intatti, mi ha impegnato in una non facile ricerca, che ha prodotto "Altari" : il mio saluto, probabilmente un addio, agli dei Lari e a tutto ciò che essi non potranno più rappresentare.

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